Riabilitazione sportiva Verona
Riabilitazione sportiva
La riabilitazione sportiva è un programma terapeutico specifico per il recupero da infortuni e traumi legati alla pratica sportiva. È studiata per atleti professionisti e amatoriali, con l’obiettivo di ripristinare la funzionalità muscolo-scheletrica, ridurre il dolore e prevenire recidive. Il trattamento si focalizza su esercizi specifici per la riattivazione muscolare, il miglioramento della mobilità articolare, il potenziamento della forza e la correzione delle disfunzioni posturali. È indicata per condizioni come distorsioni, stiramenti, lesioni muscolari, tendiniti, fratture e interventi chirurgici post-trauma. L’obiettivo finale è il ritorno sicuro e ottimale all’attività sportiva, migliorando le performance e riducendo il rischio di nuovi infortuni.
La riabilitazione sportiva è rivolta a coloro che dopo un trauma ortopedico e/o muscolo-tendineo necessitano di un protocollo di lavoro particolareggiato per un reinserimento sportivo ottimale.
Tali traumi possono interessare i diversi distretti corporei, quali articolazione tibio-tarsica (caviglia), ginocchio, colonna vertebrale, spalla. Un corretta diagnosi ed una precoce riabilitazione comprendente il recupero della propriocettività sono in grado di evitare sprechi di tempo e risorse utili per un reinserimento allo sport in tempi ragionevoli e compatibili alla situazione clinica. Particolare cura va rivolta alla pubalgia e alla sindrome femoro-rotulea nel calciatore, alla lesioni
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Patologie nel gioco del calcio e approcci riabilitativi
La pubalgia
La pubalgia è sicuramente uno dei disturbi più frequenti nel calciatore. Come riportato in un mio lavoro presentato al Congresso Post-Olimpico a Torino nel 2007 intitolato “ I l trattamento della pubalgia nel calciatore “ è evidente come tale disturbo può essere un dolore primitivo e quindi enfatizzato dal sovraccarico funzionale dell’ articolazione dell’ anca e dell’ arto inferiore in toto. Molto spesso però esso può essere espressione derivato da un accorciamento dei muscoli posteriori della coscia (ischiocrurali ), qualora, durante l’ esecuzione del gesto atletico, i muscoli adduttori risentono della precaria capacità dei muscoli posteriori di allungarsi per rendere fluido e armonico il movimento. Per questo motivo va distinto l’ interessamento di questi diversi compartimenti muscolari in associazione alla eventuale tensione del muscolo Psoas quale fissatore della colonna vertebrale; l’ analisi e il successivo riequilibrio di questi gruppi muscolari permette di alleviare e risolvere la sintomatologia dolorosa accanto ad un corretto approccio tramite le terapie fisiche ( vedi la scheda dedicata). In tal caso il Deep Oscillation crea una distensione delle fasce interessate e una riduzione del relativo dolore utilizzando correnti antalgiche non di origine elettromagnetica e quindi di minor impatto sulla salute. Infine un corretto lavoro di Rieducazione Posturale Globale secondo Suchard permette di distendere e rinforzare in modo eccentrico le fibre muscolari senza tuttavia sovraccaricare il sistema muscolo-scheletrico con un potenziamento eccessivo e precoce rispetto ad un processo fisiologico di guarigione. L’ insegnamento ad eseguire un corretto stretching è la base della prevenzione, affinchè il giocatore sia il diretto responsabile del proprio stato atletico acquisendo competenza e consapevolezza.
La sindrome femoro-rotulea
Essa si manifesta con dolore a carico del tendine rotuleo e della rotula stessa, creando inabilità alla flesso-estensione; spesso è associata a versamento sotto-rotuleo e infiammazione dei tessuti circostanti e del corpo di Hoffa (vedi le immagini di anatomia). La causa più frequente è il sovraccarico di allenamento in una muscolatura magari non sufficientemente tonica o trauma da impatto diretto e/o da caduta. Anche una displasia congenita della rotula, un trascorso trauma della caviglia con conseguente cammino non adeguato o un dimorfismo osseo femoro-tibiale ( come il varismo) possono incidere sull’ insorgenza progressiva del disturbo. Tramite una valutazione clinica adeguata confrontata con la presenza di una eventuale Risonanza Magnetica o di una radiografia si può giungere alla definizione della patologia e proporre così il più adeguato protocollo di lavoro. La nostra terapia laser ad alta potenza rimane una delle terapie più indicate al trattamento di queste forme; eseguito manualmente, con potenze superiori (max 7 Watt) rispetto ai classici laser che erogano raggi fino a 3 Watt, esso è un valido aiuto antinfiammatorio che permette una risoluzione dell’ infiammazione per poi ottimizzare il recupero articolare e muscolare.
Lesioni muscolo-tendinee e capsule-legamentose
Le lesioni muscolari e tendinee sono causate da strappi della citata struttura anatomica frequenti in casi di sovrasollecitazione statiche su base di soggettiva predisposizione o per accelerazioni repentine durante la corsa. La lesione viene evidenziata con impotenza funzionale al movimento, dolore acuto e relativa infiammazione; la diagnosi viene posta con un ecografia distrettuale o, su consiglio di un Medico Specialista, con Risonanza Magnetica. In alcuni casi la lesione tendinea (se si tratta del tendine d’ Achille) può essere trattata chirurgicamente se il trauma supera determinate brecce di lesione. Il trattamento riabilitativo consiste nell’ esecuzione di terapia fisica e successivo trattamento muscolare previo accertamento diagnostico in ecografia per monitorare il processo di guarigione. La terapia fisica più indicata è il trattamento con Laserterapia sia a scopo antalgico che riparativo e il Deep Oscillation, nuovissima terapia premiata a livello internazionale per gli esiti favorevoli della guarigione in tempi ridotti e senza l’ utilizzo di onde elettromagnetiche. Esso offre la possibilità di riparare le lesioni andando a incentivare la proliferazione cellulare nella zona interessata per una restituzione all’ attività sportiva nel tempo necessario alla fisiologica guarigione. Successivamente va ripristinato il movimento compatibilmente alla lesione e alla sensazione dolorifica del paziente, per arrivare infine a recuperare il muscolo sia in lunghezza che in rinforzo, sia esso concentrico e/o eccentrico.